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La ‘magia del mio lavoro”: Guido Gobino

27.04.2015

IIl cioccolato artigianale di altissimo livello è stato protagonista dell'incontro tenutosi il 23 aprile nell’Aula Magna dell’Istituto Bonelli di Cuneo, in occasione della seconda puntata del ciclo 2015 “Il Gigante e la Bambina nella tempesta della Crisi”, organizzato dal Club Dirigenti Vendita & Marketing (CDV&M) della Provincia di Cuneo.

Ospite della serata Guido Gobino, titolare dal 1980 dell'omonima Azienda di famiglia con sede a Torino, fondata dal padre Giuseppe nel 1964 e leader nel segmento estremamente selezionato del cioccolato di qualità.

Non sono uomo di marketing, sono artigiano e uomo di produzione” esordisce Gobino, salvo smentirsi immediatamente dopo parlando della sua vocazione all'innovazione permanente e di quella che definisce “magia del mio lavoro”, cioè l'opportunità di “lavorare con i sensi”: il tutto però saggiamente temperato dal ricorso ad un panel di assaggiatori selezionato tra i collaboratori, per verificare l'impatto delle novità sul consumatore potenziale ma anche per  controllare la qualità della produzione corrente e i prodotti della concorrenza. Se non è marketing questo....

Dopo gli anni '60/'70 del secolo scorso e l'americanizzazione del cibo, negli anni '80/'90 si è assistito alla ripresa dell'alimentare italiano, in particolare di quello di valore: il consumatore ha cominciato a premiare chi gli offriva qualità “vera” associata a sempre nuovi stimoli alla sua curiosità, per cui largo alle novità e ai suggerimenti stagionali; tipico esempio: il cioccolato alla zucca in autunno, con un pizzico di zafferano perchè, secondo Gobino, “spesso succede che due materie prime dello stesso colore vadano bene insieme”.

Uno degli aspetti più problematici nel fare cioccolato è la costanza della qualità nel tempo: “trattiamo materie prime vive (cacao, zucchero, nocciole) le cui caratteristiche – afferma Gobino - variano sensibilmente a seconda delle condizioni atmosferiche; massima cautela va quindi usata sia in fase di produzione che di confezionamento e spedizione; questa è la ragione per cui siamo molto cauti nel selezionare i canali distributivi, Internet in primis, per ridurre il rischio di maltrattamenti del prodotto”.

La stessa cautela viene applicata anche alla scelta degli ingredienti base del cioccolato: la necessità di disporre di un  cacao il più selezionato possibile ha spinto Gobino, con la collaborazione di Slow Food, a rivolgersi direttamente ai contadini della regione Chontalpa, in Messico, instaurando un rapporto di fornitura quasi senza intermediari.

Un artigiano come me non può fare tutto questo da solo – dice Gobino – anche se sono circondato da una trentina di giovani collaboratori validi e motivati; fondamentale è quindi il rapporto instaurato con l'Università di Torino che ci supporta nell'analisi delle materie prime e delle messe a punto dei procedimenti produttivi. Resta comunque una mia preoccupazione, nonostante il continuo sforzo di responsabilizzazione dei collaboratori, una visione aziendale ancora troppo concentrata nel vertice”.

Rispondendo alle domande dei presenti, Gobino ha infine dichiarato che dal punto di vista distributivo, il 50% circa del fatturato si realizza nei negozi monomarca di Torino, Milano e Caselle Aeroporto, il 15% va all'Estero (con le cautele di cui si è detto) ed il resto deriva dall'attività della rete di vendita Italia dell'Azienda Vinicola Ceretto, con la quale il Relatore ha confermato una sensibile omogeneità di visione e strategia rivolte alla fascia alta del mercato. L'apertura di nuovi punti vendita monomarca, pur auspicata, va  invece affrontata con molta cautela visti i costi connessi.

Umberto Bisio