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Auto-marketing: la creatività al potere per trovare lavoro

25.07.2012

Creare un sito Internet ad hoc per il potenziale datore di lavoro da cui vorresti farti assumere, una pagina di bit adulanti per esprimere quanto ami l’azienda di cui ambisci diventare fedele impiegato, oppure un sito, candidamente e sfacciatamente esplicito, per illustrare le tue qualità.
L’auto-promozione come strumento cruciale del business non è certo una novità: da anni libri, siti e corsi si propongono d’istruire lavoratori e aspiranti tali su come vendere al meglio le proprie carte professionali. Adesso, però, i tempi sono più duri. E i giovani, soprattutto quelli che cercano il primo impiego, iniziano a sorprendere la disoccupazione che li aspetta al varco con strategie di marketing creativo di se stessi per sconfiggerla ed ottenere il benedetto impiego. Agli Stati Uniti, ovviamente, la leadership della tendenza.

Dal sito all’assunzione - Bianca Cadloni è una giovane esperta di social media, e voleva farsi assumere dal suo ristorante preferito, il “Chiplote”. Non ci è riuscita, ma grazie al sito che aveva creato per l’occasione, ha ottenuto un lavoro ancora migliore, presso l’agenzia pubblicitaria “Cactus”. Storia simile quella di Alice Lee, dove aprendo una porticina – sul web – si è aperto un portone nel mondo del lavoro. Alice è una studentessa universitaria di 20 anni, che possiede un account sul social fotografico “Instagram” e di cui è grande fan. Per farsi notare, crea un bellissimo sito «Caro Instagram, con amore, Alice». “Instagram” nota ma non assume, “Path” (un’azienda di applicazioni per smartphone), invece, nota e assume. E Matthew Epstein, dopo aver lanciato il sito GooglePleaseHireMe.com, è stato assunto da una start-up di San Francisco, “SigFig”.

Internet, giornali e genitori - La pubblicità percorre nuove e vecchie strade. Anche la pubblicità personale. Se ne occupa con successo il sito “CareerBliss” (letteralmente “la beatitudine della carriera”), che oltre a offrire un potente strumento di ricerca per trovare “un lavoro più felice”, con milioni di contatti tra datori di lavoro, recensioni di aziende e salari, offre aiuto e consigli con articoli sostanziosi tipo “Come rientrare nel mondo del lavoro in stile Batman”, elaborando strategie per tornare in carriera come un supereroe. Oltre al web come piattaforma di lancio, con siti e annunci personalizzati, si può sempre far affidamento su supporti più tradizionali. Bennet Olson, 22enne statunitense, ha fatto girare il suo curriculum su un tabellone pubblicitario elettronico con lanci da otto secondi per 24 ore: l’attenzione mediatica non si è fatta attendere, e nel giro di un mese il ragazzo era assunto nel dipartimento vendite&marketing di un’azienda multimediale. A Mackaly, nel Queensland, il padre di un diciottenne in cerca di tirocinio da cinque mesi, ha comprato uno spazio sul giornale locale per pubblicare il seguente annuncio: «Locale. Stacanovista. Affidabile. Disperato. Non molla…». Ma la trovata più peculiare della domanda d’impiego era un’altra: il genitore offriva fornitura di birra gratis per un anno al futuro datore di lavoro del figlio.

A caval assunto... - Quello di Mackaly non è un caso isolato. Accattivarsi i propri contatti di lavoro con presenti più o meno di valore è una strategia discutibile, più o meno accettata e diffusa secondo la regione del mondo. Ciò che in molti considerano uno strumento fortunatamente obsoleto, torna alla ribalta in forme e contesti nuovi e che nuovamente fanno riflettere. Ray Wellington, un esperto americano di e-commerce, cercava lavoro in Australia. Nelle mail che ha inviato ai potenziali datori di lavoro, offriva un set di coltelli da bistecca a colui che avrebbe scommesso sul giovane talento a stelle e strisce, se stesso. «Ho cercato di pensare a qualcosa di furbo per attirare potenziali datori di lavoro», ha spiegato il giovane al quotidiano australiano “Financial Review”. Succede anche da noi: «Quando ho contattato il mio referente per un posto stagionale in un villaggio in Costa Smeralda – racconta Serena, 28 anni – mi ha suggerito di portare un regalo alla proprietaria con cui avrei avuto il colloquio. Ero perplessa, ma mi hanno avvisato che l’altra candidata ci aveva già pensato... Così ho portato una bottiglia di passito dolce. Apparentemente, ha funzionato: le sono stata simpatica, e mi ha assunta».

Eva Perasso
www.corriere.it/economia/
25 luglio 2012