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Alcune delle macchine “impacchettate”

Vederti con un'altra mi ha spezzato il cuore... Ma continuiamo a pensare a te

09.04.2014

Non erano opere di Christo, il famoso artista che impacchetta oggetti ed edifici, quelle decine di automobili parcheggiate nell'area riservata ai dipendenti della Fiat Mirafiori che pochi giorni fa sono state ricoperte con un telo. I legittimi proprietari, impiegati dell'azienda, all'uscita dal lavoro se le sono ritrovate nascoste sotto la coltre semitrasparente che ne celava parzialmente i marchi, ovviamente della concorrenza.

Uno scherzo? Non esattamente. Per Fiat Group Automobiles si è trattato di «un'azione sui dipendenti che possiedono automobili di una marca concorrente, una campagna di marketing non convenzionale per stimolarli ad acquistare delle auto nuove del gruppo tramite un'esclusiva promozione».

E per metterla a punto, il colosso automobilistico ha realizzato un blitz in contemporanea nei parcheggi aziendali all'esterno di Melfi e Mirafiori, iniziativa che si replicherà domani pomeriggio a Pomigliano d'Arco. Impreparati e ignari della sorpresa che li aspettava fuori dall'ufficio al termine della giornata lavorativa, gli impiegati - davanti alle loro Toyota o Ford impacchettate - hanno reagito con ironia ma anche con evidente imbarazzo.

Sulle auto, oltre al telo, era stato infatti apposto il disegno di un grande cuore spezzato, con la didascalia "Vederti con un'altra ci ha spezzato il cuore... Ma nonostante ciò continuiamo a pensare a te": una disperata "dichiarazione d'amore" accompagnata dall'intervento di due attori-performer che invitavano simpaticamente gli "infedeli" a convertirsi allo shopping targato Fiat, offrendo loro la tariffa scontata del 26 per cento su una nuova vettura del gruppo.

Un'operazione di " parking marketing", come la chiamano i pubblicitari di nuova generazione, per provare a fare ripartire le vendite dal parcheggio di casa propria. Secondo indiscrezioni Fiat l'avrebbe approvata dopo numerosi ripensamenti emersi nella fase di ideazione, legati alla delicatezza del tema e all'elevata possibilità di invadere la privacy dei propri dipendenti.

Un rischio forse non calcolato abbastanza. «Identificare un lavoratore perché non possiede un'auto Fiat è un atto di forza e invadenza che supera ogni limite - commenta duramente Bruno Ieraci, funzionario della Fiom distaccato alla sede di Mirafiori - ma il fatto altrettanto grave è che siano stati presi di mira soltanto gli impiegati, perché Fiat da sempre è convinta di essere padrona anche delle loro vite e si permette di fare ciò che vuole nei loro confronti. È inaccettabile che ciò avvenga e in queste forme subdole. Facendo così non venderanno di sicuro più macchine. E sarebbe meglio che a Pomigliano non si vadano a fare altri scherzi di dubbio gusto».

La nuova campagna di Fiat, sostengono i critici, metterebbe in primo luogo in discussione le scelte private e individuali di ciascun lavoratore. «Facciamo molta attenzione - continua Ieraci - perché già nei parcheggi interni di Fiat non si può entrare con auto di marca concorrente, a meno che tu non sia un portare di handicap e allora ti è consentito parcheggiare anche una Opel, per dire. Ma qui usciamo fuori dalla fabbrica, non si può rimproverare seppure con tono scherzoso un dipendente solo perché ha scelto un'auto straniera».

Secondo i responsabili dell’azione, però, gli impiegati avrebbero risposto alla piccola azione «con lo spirito giusto e senza mostrare il benché minimo segno di imbarazzo». Qualche episodio è stato anche ripreso e immortalato dalle videocamere e le immagini delle performancedovrebbero essere presto montate e diffuse in Rete e sulle piattaforme socialattraverso clipvirali, cheprevedibilmente totalizzeranno numeri considerevoli di visualizzazioni.

Nel frattempo, in attesa di vedere come reagiranno i dipendenti di Pomigliano, l'ambizione di Marchionne di raggiungere entro cinque anni i 6 milioni di auto vendute, passa anche da qui, da un parcheggio anonimo della periferia di Torino, dove l'opera di convincimento e seduzione si esercita sui propri dipendenti affinché si innamorino definitivamente della Fiat abbandonando le rivali. «È un'iniziativa che nasce dalla direzione della Comunicazione interna di Fiat - precisa Dario Destefanis, responsabile dell'Ufficio Stampa Lifestyle di Fiat Group Automobiles - quindi non è un'operazione di marketing in senso stretto e non si rivolge all'esterno, ma esclusivamente ai propri dipendenti».

Non è però un caso che in questa campagna, su cui è facile dividersi fra chi la considera geniale e chi inopportuna, la nuova Fiat americana abbia evitato di usare la parola tradimento, che poteva suonare troppo forte. «Fiat sa che alcuni dei suoi dipendenti possiedono un'auto della concorrenza - si legge nel progetto della campagna per Fiat - e per fargli sapere che li ama incondizionatamente organizzerà questa azione di parking marketing».

Guido Andruetto
La Repubblica