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Il lancio della nuova auto elettrica “iOn” di Peugeot

Il Marketing dal sapore verde

22.08.2011

Il verde va di moda. Sia tra le aziende sia tra i consumatori. Sempre più settori merceologici, difatti, si fanno catturare dal fascino di ecologia ed eco-sostenibilità, sposandone a pieno titolo i valori. E non solo in ottica CSR, ma come vero e proprio stile di vita da sposare, anche al di fuori delle mura di uffici e stabilimenti.

Dopo industria e distribuzione, la voglia di green si è diffusa a macchia d’olio inglobando anche le divisioni marketing e comunicazione delle aziende che, dal canto loro, hanno ben saputo applicarla in ogni sua declinazione, dando vita a un vero e proprio mercato parallelo e a una ben specifica fascia di consumatori: i “green spender”, disposti a un maggior esborso in denaro pur di accaparrarsi un prodotto dall‘anima verde.

Il tema dell‘ambiente ben si sposa al settore comunicazione, così come conferma Alberto Sgheiz di Greensense, agenzia specializzata in comunicazione eco-sostenibile: “Per sua natura la comunicazione green suscita coinvolgimento e partecipazione e quindi può essere applicata a tutte le nuove leve del marketing di relazione, come ad esempio il ninja, il guerrilla e lo street. Ottime anche le attività attraverso il web dove è più facile innescare la discussione e l’effetto viral e buzz”. “In questo settore, però è davvero vietato sbagliare”, continua Sgheiz. “Ogni  attività green delle aziende deve essere facilmente misurabile e verificabile, altrimenti si rischia di scadere nel cosiddetto Greenwashing, un vero e proprio boomerang per l’immagine aziendale”. Un rischio più che concreto, anche perché, nell’era di Internet e della comunicazione digitale, ogni attività esterna dei brand è posta quasi istantaneamente al vaglio di utenti e addetti ai lavori.

I più impegnati sotto il profilo del marketing green sono, come loro consueta abitudine da qualche anno a questa parte, i retailer specializzati, le cui comunicazioni sono incentrate soprattutto sul  risparmio energetico e sul riciclo dei prodotti di scarto. Seguono poi altre categorie merceologiche, guidate in primis dai costruttori di elettrodomestici e di elettronica di consumo, molti dei quali hanno legato in modo indelebile i propri prodotti a logiche e a concetti di eco-sostenibilità. Di questo orientamento è, per esempio, Philips, una delle prime aziende ad adottare un apposito logo per contrassegnare i prodotti concepiti secondo logiche green.

Il green marketing ci ha però abituato anche a iniziative eclatanti come quella realizzata da Coca Cola e WWF nella città di Makati (Filippine), che hanno messo a punto un bio cartellone pubblicitario (18x18 metri) in grado di assorbire annualmente un enorme quantitativo di anidride carbonica: oltre a un substrato vivente, ricoperto da piante verdi, il billboard possiede una struttura composta interamente da materiale di riciclo, tra cui vecchie bottiglie in PET di Coca Cola.

Sempre con l’ausilio del mondo vegetale anche le due comunicazioni di Peugeot e Adidas che hanno realizzato, rispettivamente, due affissioni per il lancio della nuova auto elettrica iOn e delle nuove sneakers Grun. La casa automobilistica francese ha abbellito il corso di Porta Ticinese a Milano con un enorme giardino verticale mentre il noto marchio di abbigliamento sportivo ha realizzato degli sfiziosi balconcini verdi, naturalmente a forma di scarpe da jogging.

In Italia, molto interessanti e coinvolgenti sono invece le campagne di guerrilla capaci di dar vita a messaggi pubblicitari a impatto zero, grazie all’utilizzo di materiali non nocivi per l’ambiente, come muschio, gesso e latte, o addirittura ripulendo lo sporco dalle città per mezzo di un’idropulitrice. Sono già numerosi i brand che si sono affidati alle loro trovate eco-sostenibili: Spontex, TomTom, Corona Extra e Renault, solo per citarne alcuni.

Roberto Bonin
Redazione MyMarketing.Net